Perugino e Fontignano.
L'ultimo raggio di luce e la conferma di un'eterna gloria.
Dopo 500 anni, l'ultima opera del Perugino torna a vivere grazie alla magia del projection mapping.
L'ultima opera del Perugino: l'Adorazione dei Pastori
Nel 1564 Don Donato Turri, vicario del Vescovo di Perugia Fulvio della Corgna, in visita pastorale presso la Chiesa dell’Annunziata in Fontignano, vide un altare con “pulcherrime figure et paramenti”: era l’Adorazione dei Pastori del Perugino, l’ultimo pregevole affresco del Divin Pittore. Purtroppo la pittura subì le “onte degli uomini”, come racconta Silvestro Massari nel suo “Del Presepe di Fontignano”: nei primi anni del XIX secolo l’intera opera fu coperta di bianco “traversandovi sopra cornici, fregj et altre bizzarrie colorate”, e così rimase fintanto che l’archeologo perugino Prof. Vermiglioli e il sacerdote Don Enrico Agostini “contra tale barbarie declamarono” ed ottennero la rimozione della grossolana imbiancatura. Ma non terminò qui, perché forse per l’urgenza di ricostruire la Chiesa Parrocchiale di San Leonardo distrutta da un incendio, venne deciso di vendere proprio l’Adorazione dei Pastori della Chiesa dell’Annunziata.
Il Prof. Giuseppe Carattoli, docente di Pittura all’Accademia di Belle Arti di Perugia, fu incaricato di valutare la congruità dell’offerta e l’affresco venne acquistato da Padre Nazzareno Bonomi, Vicario Generale dei Paolotti di Santo Spirito di Perugia. Nel 1843 venne incaricato del distacco il restauratore Pellegrino Succi, con la motivazione che le precarie condizioni strutturali della Chiesa dell’Annunziata non ne avrebbero garantito la buona conservazione. E qui cominciano le rocambolesche avventure dell’ultima opera di Pietro Vannucci.
Nel 1844 la tela su cui era stato trasferito l’affresco è ancora a Roma, presso il laboratorio del Succi, per un adeguato restauro (o meglio per riparare i danni che un frettoloso e improvvido strappo avevano causato…). Non se ne hanno più notizie fino al 1862, anno in cui la tela fu venduta da Angelo Morettini, organaro perugino, all’inglese Spence. Da questa data in poi l’Adorazione dei Pastori è conservata a Londra, con alterne vicende fra la National Gallery e il Victoria and Albert Museum dov’è oggi esposta. Grazie al felice intervento di restauro del 2023 presso la Chiesa dell’Annunziata di Fontignano, sono tornate alla luce sotto vari strati di pittura proprio le tracce dell’Adorazione dei Pastori, a testimoniare quello che le “onte” degli uomini non erano riuscite a sacrificare.
Liana Francisci

Storia dell'affresco
Rivivi l'arte del Perugino attraverso il projection mapping.
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Le cinque sepolture
La controversa sepoltura delle spoglie del Perugino, morto di peste a Fontignano di Perugia.
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All'interno della Chiesa dell'Annunziata di Fontignano, si possono scoprire:
1. Gli affreschi: opere d’arte di diversi periodi, tra cui una Madonna in trono col Bambino di Pietro Vannucci, noto come il Perugino, del 1522, un’Annunciazione di Benedetto Bonfigli risalente al XV secolo e affreschi di scuola peruginesca e barocca.
2. L’arte perduta e ritrovata: Sono state rinvenute tracce dell'Adorazione dei Pastori e dei Santi Sebastiano e Rocco, affreschi realizzati dal Perugino e distaccati nell'Ottocento, il cui frammento più importante è oggi al Victoria and Albert Museum di Londra.
3. La Tomba del Perugino: Dichiarata di "interesse culturale" nel 2022, la chiesa custodisce le spoglie del Perugino, che vi fu sepolto dopo la morte per peste nel 1523. Le ossa hanno subito diversi spostamenti prima di essere definitivamente collocate nel monumento funebre inaugurato nel 1940.
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Enti partner




Finanziamento per il restauro degli intonaci e degli affreschi

Ditta esecutrice del restauro

Enti responsabili della ristrutturazione della copertura della chiesa


Pietro Vannucci
Il Perugino
Documenti e riflessioni sulla sepoltura in Fontignano
Il libro è una vera e propria raccolta documentale, minuziosa e dettagliata, basata su fonti archivistiche, che segna un punto di arrivo sulla controversa sepoltura delle spoglie di uno dei più grandi maestri del Cinquecento, morto di peste a Fontignano di Perugia.
